A' Bersagliera | Cantina - Campagna (SA)

A’ Bersagliera è un locale, anzi una cantina, storica.
Stavolta non vi sveliamo nulla di nuovo, semplicemente diamo il giusto lustro a una tipologia di ristorazione destinata purtroppo a scomparire…
Tradizionale, economica, casalinga, tipica.
Potranno le nuove generazioni godersi realtà del genere? Non lo sappiamo, nel frattempo ce le godiamo noi. Sigla!

Sfogliando la tavolozza che compone il menu de A’ Bersagliera si compie un viaggio nel tempo, primi, secondi, contorni e specialità sono tutti estremamente tradizionali e tipici, radicati sul territorio.
E’ praticamente una sagra su ordinazione.
Ci sentiamo, dopo tanto tempo, nel nostro.

Anche se molto indecisi, data la presenza di fusilli, ravioloni e porcini, decidiamo comunque di rimanere nostalgici ordinando una bella Matassa e fagioli centrale. Tipicissima del campagnese (e di Caposele!) si compone, come il lettore esperto saprà, di un luuuungo e unico filamento di pasta fresca accompagnato da fagioli.
Non scappa l’aggiunta di un po’ di forte locale, qualche goccia di tintura arancio per colorare il tutto, e una cascata generosa di parmigiano.

Scegliamo un secondo a testa, da mettere al centro.
Gnumarilli, Costariccia e patate, Soffritto, Patate e porcini, Patate e peperoni, Agnello e un’Alice con pappacelle e olive fuori dagli schemi.

Gli Gnumarilli si compongono di intestini di vitello ripieni di interiora (anche se la ricetta potrebbe variare di zona in zona) e ci vengono serviti in un sugo favoloso dove più e più volte io e il buon amico pucciamo cinici una fin ad allora innocente fettona di pane. Esausta dal waterboarding di sugo grasso e lavico viene poi avidamente ingurgitata.
La mollica assiste esterrefatta all’infame crimine.
Ho gradito molto il piatto, che potrebbe rivelarsi ostico per la natura tenace degli intestini e anche per una sensazione al palato sicuramente non canonica. Ma è un piatto tipico, e poi quella fogliolina all’interno che fa il paio con l’aglietto ricordava tanto la braciolina al sugo della nonna…

Altra chicca è il soffritto. Trito grossolano di fegato ed altro, anch’esso servito al sugo.
Semplice, con il suo tipico retrogusto forte, ben più forte del rotolino di interiora di prima, ugualmente saporito.
Anche il suo sugo (più denso!) è saggiato e scarpettato come si deve.

Il minimo comune denominatore è l’aceto. E’ ovunque. Molto bene!
Una pappacella qui, un puparuolo lì e ogni volta il palato viene sgrassato per bene da questo colpo di spugna che ti spalanca gli occhi.
La costariccia è un must have, la carne è leggermente più delicata delle due porzioni provate prima ma conserva il suo gusto arcigno e paesano.
Piena di ossicine, va sgranocchiata per bene.

Le patate sono fritte, ma sono fatte in casa, grossi pezzettoni unti per bene che risultano alleggeriti o dal porcino o dal peperone e la sua bomba all’aceto nascosta nei pantaloni.

Nel mezzo di questo viavai di pietanze siamo perfettamente rilassati, protetti dal fresco delle mura in pietra, che incombono su di noi, con questo vinello rosso tendente al nero oblio (della casa, naturalmente).
Purtroppo nel caos va perduto l’agnello, una terribile mancanza che piangiamo tutt’ora.

Altro sapore che non pensavamo di rimpiangere è l’aceto, che viene sostituito dal sapidissimo piatto di alici con pappacelle e olive. L’alice si scioglie in bocca, mentre l’olivetta si concede solo dopo una lunga scassinatura e un discreto lavoro di mascelle. Piccina picciò si abbraccia forte al suo nocciolo ed è ostica da spolpare.

Prima di congedarci col conto facciamo in tempo a prendere una ricotta e pera (che non c’entra un bel culo di niente col tipico e col tradizionale, però avevamo il volio), a provare l’amaro alle erbe della casa e a degustare PERCHE’NO la grappa della casa, e fatta in casa, sia in versione morbida che barricata. Entrambe, inaspettatamente, gentili.

Il conto per 50 cl di vino della casa, 2 bottiglie d’acqua, 2 Matasse e fagioli, 1 Costariccia e patate, 1 Soffritto, 1 Gnummarilli, 1 Patate e porcini, 1 Patate e peperoni, 1 Alice con pappacelle e olive, 4 amari, 3 grappe, 3 Ricotta e pera e 1 Delizia al limone, con coperto di 1,50, è di…70 euro. 17 euro e 50 a testa. Manco la pizza mangi più a sto prezzo, e la chiudo così.

  • Falco

26 Likes

Ciao @Falconcino ,

Rieccoti con un altro racconto culinario in cui ci fai scoprire territorio, gusti e tradizioni di un angolo di Campania poco conosciuto ai più.

Ammetto che fra le centinaia di tipi di pasta che avevo visto, provato, o anche solo sentito nominare, la “matassa” mi giunge nuova e mi sorprende. Adesso voglio vedere se trovo un video di qualche nonna campagnese che la prepara in casa. :smile:

“La mollica assiste esterrefatta all’infame crimine”… povera mollica! :joy:

4 Likes

Ho il materiale fotografico necessario per fare un trattato sulla matassa!
Tutto acquisito durante uno degli eventi cui sono stato invitato, vedrò di fare un topic apposito.

4 Likes

Ciao @Falconcino ,

Questa è una grande notizia! Aspetto con pazienza il tuo prossimo post allora. :slightly_smiling_face:

Volevo anche farti sapere che puoi taggare il destinatario dei tuoi commenti come ho fatto io all’inizio di questo messaggio, digitando il simbolo della chiocciola (@) seguita dal nome, senza spazi fra loro. In questo modo la persona interessata riceve una notifica e può essere certa del fatto che ti riferisci a lei.

3 Likes

@Falconcino e wow wow wow ma dove li trovi sti posti!! Che rammarico essere così lontani e non poter dire domani vado a provarlo! Sapori antichi ma a me molto famigliari e speriamo che questi locali continuino ad esistere e a portare avanti le nostre tradizioni e che persone come te continuino a divulgarne l’esistenza! Grazie per quest’altra fantastica lettura. Ma mi ti seguo così non rischio di perdermi i prossimi! :rofl: :rofl: ma come lo traduce Google papaccella? :rofl: :rofl: anche io aspetto… mi fai scompisciare dalle risate :clap: :clap:

3 Likes

Ciao @Falconcino ,

beh che dire, altro attenanto alla linea, no alla mollica!!!

Mi piace leggere le tue storie perche’ ci fai gustare praticamente in maniera virtuale queste prelibatezze campane, ci fai venire anche l’acquolina in bocca ovviamente :drooling_face: .

Devo dire la verita’, mi fa piacere scoprire ci siano specialita’ in regione di cui non ero a conoscenza come appunto la matassa! Eppure vengo dalla zona di Gragnano, patria della pasta, ma mai visto una cosa del genere.

Comunque grazie per questa nuova esperienza culinaria :blush: .

4 Likes

Ahahahah! @PattyBlack La pappacella è un peperone sott’olio :smile:

3 Likes

Non stento a crederlo @LuigiZ , in Campania ogni km ci sono 100 riti, tradizioni ed esperienze culinarie diverse, è impossibile conoscerle tutte

3 Likes

@Falconcino e non lo sapessi ma lo so cosa sono le pappacelle; al mio paese di origine (in provincia di Napoli), le pappacelle, che al mio paese si chiamano papaccelle (scambio di doppie :joy: ) sono un must del periodo natalizio, si mettono ovunque ma i piatti principi sono: in frittura con code di filetti di baccalà e patate e nell’insalata di “rinforzo”, tipica portata degli antipasti della vigilia di Natale, una grossa insalata di verdure sottaceto con la licetta e le olive (per aprire le vie dello stomaco al cenone…). Comunque ho deciso, adesso mi metto alla ricerca di qualcuno che spedisce le vaschette di soffritto, che non è possibile che devo aspettare di andare a Napoli per mangiarlo!! e sono ben due anni che ne sono a dieta :frowning_face: questa è una vera e ingiusta sofferenza!! :stuck_out_tongue_closed_eyes:

4 Likes

non fare queste domande quando sono in giro @PattyBlack :joy: :rofl: :joy: :rofl:

Scherzi a parte, grande post @Falconcino , concordo assolutamente con @LuigiZ e @Giu_DiB , e nonostante stavolta abbia mangiato mi sta tornando la fame.

Le mie “tradizioni del Sud” sono di origine indiretta (da parte di moglie) e si richiamano ai sapori della Basilicata, per cui anche a me mancano i dettagli sulla Matassa. Ma la pasta da mia suocera è rigorosammente fatta a mano.

3 Likes

Hahaha @ErmesT mi hai fatto morire con la traduzione della papaccella :joy: .

Comunque concordo ovviamente con @PattyBlack , almeno quando ho letto il commento di @Falconcino con la doppia ho pensato subito avessi sbagliato a scrivere perche’ per me e’ quello esattamente descritto da @PattyBlack :sweat_smile: .

Ma ora sono curioso, @Falconcino la pappacella e’ il peperone nell’instalata della prima foto vero? O e’ altro ancora?

3 Likes

@ErmesT @LuigiZ :joy: :joy: devo fare una petizione per chiedere a Google di inserire il napoletano tra le lingue di translator! :rofl: che dici @Giu_DiB me la accettano? :scream:

@LuigiZ i nomi delle cose cambiano a seconda della provincia ma poi alla fine la bontà resta la stessa :yum:

3 Likes

Ciao @PattyBlack ,

Il napoletano ed il siciliano sono già presi in considerazione come lingue da diversi enti internazionali, due per tutti: L’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e l’ISO (Organizzazione Internazionale della Standardizzazione).

Per quanto riguarda la tua domanda, non saprei rispondere. Credo che il posto migliore per questo argomento sia il Supporto di Google Translate. :slightly_smiling_face:

2 Likes

E si @Giu_DiB la mia era una battuta ma non mi meraviglierei se un giorno succedesse per davvero! Fa savè nuità (dal comasco) → fammi sapere se ci sono novità :wink:

2 Likes

@LuigiZ , entrambi! E’ un metodo di conservazione, principalmente. Essendo sott’olio può essere sia nell’insalata che in altro (come ad esempio d’accompagnamento alla costariccia con patate)

2 Likes