A journey through history to discover a fascinating and unexpected treasure chest in the city center, an oasis of peace enclosed between the art of the Casa degli Atellani and the luxuriant nature of the hidden garden.
In 1498, Ludovico Sforza known as il Moro, Duke of Milan, donated this vineyard to Leonardo, which was planted and cultivated in the fields at the bottom of the garden of the Casa degli Atellani;
Ludovico Maria Sforza known as il Moro gave the artist a vineyard in a hundred cities, as a sign of recognition for the admirable works with which Leonardo was embellishing the ducal city, from the Last Supper to the Sala delle Asse, from the equestrian monument to Francesco Sforza - then never realized - up to the Virgin of the Rocks in the now destroyed church of San Francesco Grande.
Thus was born the Leonardo’s vineyard: reopened to the public on the occasion of Expo 2015, the Leonardo’s vineyard is located near Santa Maria delle Grazie, in the courtyard of the Casa degli Atellani, a splendid building made open to visitors in which ancient paintings referable to the Luini school they mix with the refined restorations of Piero Portaluppi, also author of Villa Necchi Campiglio.
Visits:
It is possible to visit the Casa degli Atellani and Leonardo’s Vineyard with staggered admissions with a limited number, lasting about 40 minutes with a route in 8 stages with the aid of an audio guide in 10 languages (Italian, English, German, French, Spanish, Portuguese, Russian, Mandarin, Japanese, Milanese). The museum is open from Tuesday to Sunday, from 9:00 am to 6:00 pm, last admission at 5:30 pm. Reservations are recommended for groups. The purchase of the ticket can be made at the TICKET OFFICE, in Corso Magenta 65, or ONLINE
Ciao @MagoDiAz ,
very interesting place and visit, indeed fascinating. I didn’t know at all about the existence of this place, and now I’m curious about it 
. How many wines are there? Is still a running vineyard or just for history? Is there any history about how they were making wines those ages? And are there also instruments used which are exposed to the public?
Let me tag also our friend @nicspelgatti who lives in Milan, Nicolo’ did you know this place? Have you ever visited it?
Thank you MagoDiAz for sharing.
Ciao @LuigiZ
E una storia incredibile ma vera, affascinate e dimenticata che lega Leonardo da Vinci alla città di Milano: la storia di una vigna che nel 1498 Ludovico il Moro, duca di Milano, regalò a Leonardo e intorno alla quale corrono leggende che coinvolgono il genio, le sue opere, i suoi seguaci; la vigna che rinasce oggi, finalmente, nel rispetto dei filari e del vitigno originari.
Nel 1495 Ludovico assegna a Leonardo l’incarico di dipingere l’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie e nel 1498 Ludovico concede a Leonardo la proprietà di una vigna di circa 16 pertiche (un campo da calcio) a pochi metri dalla chiesa stessa .
Immaginiamo Leonardo, al tramonto di una giornata di lavoro, mentre lascia il cantiere del Cenacolo, attraversa il Borgo delle Grazie e Casa degli Atellani, e raggiunge la sua amata vigna.
Nell’aprile del 1500 le truppe del re di Francia sconfiggono e imprigionano il Moro e Leonardo lascia Milano, non senza aver prima affittato la vigna al padre del suo allievo prediletto Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì
Leonardo non smetterà mai di occuparsi della sua vigna:
quanto tenesse al suo appezzamento di terreno, lo dimostrano i documenti storici che ci raccontano la condizione che Leonardo pose per il suo rientro a Milano, avvenuto nel 1507, a seguito della chiamata del governatore francese Charles d’Amboise: la restituzione della vigna e in punto di morte, nel 1519, la citerà nel testamento, suddividendola in due lotti, una parte la lascia in eredità al suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, ed un altra al suo servitore Gianbattista Villani.
Nei 400 anni successivi la morte di Leonardo non si hanno notizie precise della Vigna. Quel che è certo è che non ne venne modificata l’estensione ne la portata. Per sentirne nuovamente parlare si deve arrivare al 1920 quando l’architetto Piero Portaluppi, proprietario della Casa degli Atellani, ne avvia il cantiere di riqualifica e salva una parte della vigna dall’estirpazione che ne sarebbe derivata in seguito alla lottizzazione dell’area per la realizzazione di costruzioni civili.
Un salvataggio però che non è arrivato ai giorni nostri visto che i bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1943 causano un incendio che distrugge tutto il vigneto.
Per tutto il dopoguerra e per altri 56 la Vigna rimase nell’oblio più assoluto fino a 1999 Luca Maroni, grande esperto di vini, ha scoperto la storia della vigna di Leonardo ed ha subito immaginato l’impresa: trovarla e riportarla alla luce, ne è nato cosi un progetto lungo 11 anni, dal 2004 al 2015 fatto di due percorsi e momenti diversi.
Una prima fase che ha visto coinvolto il Comune di Milano e soprattutto l’Università Statale di Milano. Furono avviati degli scavi per scoprire se in profondità fossero presenti residui organici vegetali vivi della vite originale.
Ed incredibilmente furono ritrovati nel 2007 grazie alle ricerche condotte dalla genetista Serena Imazio e del professor Attilio Scienza, riconosciuto come il più grande esperto mondiale del DNA della vite, mediante scavo manuale, dei residui biologici vivi della Vigna Originale all’interno del giardino di Casa degli Atellani.
I risultati furono cosi clamorosi che la città di Milano presentò orgogliosamente la ricerca alla serata di gala organizzata nel 2008 per i delegati del BIE per sostenere la candidatura di Milano all’assegnazione dell’Expo 2015.
La macchina istituzionale non andò oltre, i fondi necessari al passo successivo, ovvero analizzare il DNA della vite per capire come riprodurla, non c’erano e non ci sarebbero stati.
Ma la passione e l’orgoglio per Leonardo Da Vinci, fece leva sul il mecenatismo tipico della sua epoca: è quello che deve aver pensato la famiglia Portaluppi, proprietaria della Casa degli Atellani, che, tramite la sua fondazione, ha deciso di finanziare il progetto con la finalità di riportare in vita la vigna identica, per genetica e per posizione, a quella di Leonardo.
Ed è così che si è scoperto che Leonardo coltivava Malvasia Candia Aromatica.
Venne realizzata un’analisi comparativa di tutte le tipologie di Malvasia Candia oggi esistenti per ritrovare gli elementi di quella leonardesca. È stata in questo modo riprodotta in modo identico la composizione genetica della vite originale e così, infine, si è potuto ridare vita, a distanza di 500 anni, alla coltura tanto amata da Leonardo, e da quella produrne del vino.
Il 12 settembre 2018, per la prima volta, l’uva de La Vigna di Leonardo è stata vendemmiata dando vita al vino più unico al mondo: La Malvasia di Milano, Anno I di cui la bottiglia Numero 1 è nella foto.
La vigna di Leonardo, insieme ad un Museo, un Bistrot e alla straordinaria dimora che la ospita, è oggi visitabile all’interno della Casa degli Atellani in corso Magenta 65 (www.vignadileonardo.com). Una visita che permette di scoprire un paradiso nascosto incredibile e rivivere insieme alle preparatissime guide.
La bottiglia Numero 1 della Malvasia di Milano, Anno I (12 settembre 2018)
Dear @LuigiZ
It is a fascinating and forgotten true story that binds Leonardo da Vinci to the city of Milan: the story of a vineyard that Ludovico il Moro, Duke of Milan, gave to Leonardo in 1498 and around which there are legends involving the genius, his works , his followers; the vine that is reborn today, finally, respecting the original rows and vine. In 1495 Ludovico assigned Leonardo the task of painting the Last Supper in the refectory of Santa Maria delle Grazie and in 1498 Ludovico granted Leonardo the ownership of a vineyard of about 16 perches (a football field) a few meters from the church itself. . Let’s imagine Leonardo, at the sunset of a working day, as he leaves the site of the Cenacolo, crosses the Borgo delle Grazie and Casa degli Atellani, and reaches his beloved vineyard. In April 1500 the troops of the king of France defeat and imprison Il Moro and Leonardo leaves Milan, not without having first rented the vineyard to the father of his favorite pupil Gian Giacomo Caprotti, known as Salaì Leonardo will never stop taking care of his vineyard: how much he cared about his plot of land, as shown by the historical documents that tell us about the condition that Leonardo placed for his return to Milan, which took place in 1507, following the call of the French governor Charles d’Amboise: the return of the vineyard and in point of death, in 1519, he will quote it in his will, dividing it into two lots, one part bequeathed to his pupil Gian Giacomo Caprotti, known as Salai, and another to his servant Gianbattista Villani. In the 400 years following Leonardo’s death there is no precise information about the vineyard. What is certain is that its extent and scope were not changed. To hear about it again, we must arrive to 1920 when the architect Piero Portaluppi, owner of the Casa degli Atellani, started the redevelopment site and saved a part of the vineyard from the uprooting that would have resulted following the subdivision of the area for the construction of civil buildings. A rescue, however, that has not arrived to the present day since the bombing of the Second World War in 1943 caused a fire that destroyed the entire vineyard.
Throughout the post-war period and for another 56 the vineyard remained in absolute oblivion until 1999 Luca Maroni, a great wine expert, discovered the history of Leonardo’s vineyard and immediately imagined the feat: finding it and bringing it back to light, Thus was born an 11-year project, from 2004 to 2015 made up of two different paths and moments. A first phase that involved the Municipality of Milan and above all the State University of Milan. Excavations were started to find out if any live organic plant residues of the original vine were present in depth. And incredibly they were found in 2007 thanks to the research conducted by the geneticist Serena Imazio and Professor Attilio Scienza, recognized as the world’s greatest expert on the DNA of the vine, by manual excavation, of the living biological residues of the Original Vineyard in the garden of the House. of the Atellani. The results were so sensational that the city of Milan proudly presented the research at the gala evening organized in 2008 for the BIE delegates to support Milan’s candidacy for the assignment of Expo 2015. The institutional machine went no further, the funds needed for the next step, that is to analyze the DNA of the vine to understand how to reproduce it, were not there and would not have been. But the passion and pride for Leonardo Da Vinci relied on the patronage typical of his time: this is what the Portaluppi family, owner of the Casa degli Atellani, must have thought. project with the aim of reviving the vineyard identical, in genetics and position, to that of Leonardo. And this is how it turned out that Leonardo cultivated Malvasia Candia Aromatica. A comparative analysis was carried out of all the types of Malvasia Candia existing today to find the elements of the Leonardesque one. In this way, the genetic composition of the original vine was reproduced in an identical way and thus, finally, it was possible to revive, after 500 years, the culture so loved by Leonardo, and to produce wine. On 12 September 2018, for the first time, the grapes of La Vigna di Leonardo were harvested giving life to the most unique wine in the world: La Malvasia di Milano, Year I of which the bottle Number 1 is in the photo. Leonardo’s vineyard, together with a museum, a bistro and the extraordinary residence that houses it, can now be visited inside the Casa degli Atellani in Corso Magenta 65 (www.vignadileonardo.com). A visit that allows you to discover an incredible hidden paradise and relive it together with the highly trained guides.
The Bottle N1
Hello @MagoDiAz ,
It seems that part of your text is taken from an external source. Keep in mind that this is something against our program rules. As we deeply care about originality, you might as well want to read the following article How do I follow the original content guidelines on Connect?.
In order to avoid your post being moved to the off-topic posts archive, I kindly suggest you edit your post using your own words and photos. You can edit your publication following the helpful instructions that you will find here: Edit your post - Why and How To.
Dear @TsekoV
Nice to meet you and since we don’t know each other, waiting to get to know something better about you, let me tell you something about me: I’m Italian (proud of it) I’m an inventor I’m a photographer, I study history in particular the history of the Italian Renaissance, and I spend hours to plan art trips, study Leonardo and his history and, last but not least, for this visit that I have been planning for months and had to postpone due to the lock down I bought for 50 euros (2 tickets of 25 euros) to do a guided tour of Leonardo’s vineyard.
I carefully followed my expert guide and I personally spoke with my guide (degree in history and art) asking for some of the details and anecdotes reported here, I personally took photos of my posts so I am really surprised to learn that I have done something against our program rules.
I wrote the full report of a visit that I studied planned and made (this visit is really an experience that I recommend you to do and it will be fantastic if you like to meet there) I take a lot of photos and I thought I was welcome in sharing it with you.
Regarding the fact that I took specific sources by answering @LuigiZ on a specific question and mention in my answer where I get my information.
I wanted to answer you immediately but I reserve the right to read the rules better later, but at the same time I invite you to deepen and read about this fantastic story and leave a comment.
I strongly believe that being a Guide includes the OBLIGATION to cite sources from which one draws for one’s research and I kindly ask you to tell me which part breaks the rules.
With love, respect and esteem forever Local Guide:
Marco Massi alias MagodiAz
Ciao @MagoDiAz ,
wow, thank you for all such details, this is indeed a fascinating and very rich story!
Thank you also for mentioning the source of your information about the remark from @TsekoV . Just to clarify, there is no need to show a photo of your ticket, Tseko was referring to the fact that the first part of your answer is an extract of the www.vignadileonardo.com website and therefore the content is not yours, hence when mentioning the text you should make an exact mention that the text has been extracted from that website otherwise this is normally plagiarism, or you can describe with your own words.
Thank you once more and looking forward to more fascinating contents from you 
!
@MagoDiAz che storia!!! Anche se sono astemio mi ha affascinato. Il poter entrare così nel passato attraverso indagini sui residui vegetali , fantascienza! Io e @mariacristinafossa abbiamo visitato i castelli della Loira di Amboise dove c’è la tomba di Leonardo da Vinci e il castello di Chambord dove c’è la famosa scala a doppia elica da lui progettata e costruita. Ci sei stato? Di questi castelli non ho mai scritto nulla, dovrò farlo, però ho scritto del Chateau du Moulin che mi ha colpito soprattutto perchè la visita è stata quasi solitaria e pertanto ce lo siamo goduto al di fuori della folla che invade gli altri castelli più famosi.
