Rodi: l'acropoli, le mura, il porto

Anche per oggi seguiamo la nota teoria approvata da Cri sole al mattino, vecchiume al pomeriggio. E dopo una buona dose di raggi solari, e oggi li abbiamo proprio sentiti, ci dirigiamo verso Rodi con meta l’Acropoli. Ovviamente, come le Acropoli che si rispettano, si trova in alto, su una collina separata da quella del borgo medievale. Da lì si domina il mare verso nord ovest, cioè dalla parte più ventosa, però c’è anche la visione verso il porto. Area che a suo tempo era dedicata alle attività ricreative degli antichi, vi si trova uno stadio lungo più di 200 metri che poteva contenere 30.000 persone. Era praticata soprattutto la corsa con un particolare marchingegno che, con la caduta della corda, dava il via ai concorrenti. Un Odeon, sicuramente non nelle sue forme originali, e dei templi, quasi nella parte più alta, di cui sono rimasti solo delle rovine con quattro colonne ricomposte e rimesse in piedi. I danni maggiori non sono stati causati dall’incuria dell’uomo e dal trascorrere del tempo, ma dai vari terremoti che hanno seminato distruzione nei secoli in tutte le isole greche. Il tempio, che appunto presenta ancora quattro colonne in fase di ristrutturazione, è stato costruito nel IV secolo a. C., ma già nel 226 a.C, un violentissimo terremoto lo distrusse. La prima opera di restauro fu eseguita dagli italiani durante il periodo di occupazione dal 1912 al 1947 del Dodecaneso. Passiamola per un’opera buona eseguita durante il colonialismo italiano, forse uno dei pochi meriti, anche se non eseguito a regola d’arte. Infatti, soprattutto nell’Odeon, si nota chiaramente che non può trattarsi di un’opera originale, ma di un pesante rifacimento. Quello che è impressionante è sicuramente l’acustica. Una persona al centro della cavea, parlando sottovoce, può essere udito perfettamente fino all’ ultima fila senza scontentare nessuno degli 800 possibili spettatori.

Scendiamo verso il porto con l’intenzione di vedere quali possibilità ci sono per fare escursioni: infinite! Ci concentriamo sulle sue bellezze. É qui, nel porto di Mandriaki, che sorgeva il Colosso di Rodi, una delle 7 meraviglie del mondo antico. Alto 36 metri, secondo la leggenda, sotto le sue gambe dovevano passare le navi per entrare in porto. Ma da ricerche ulteriori si presume fosse su un basamento fuori dal porto e fungeva da faro. Rappresentava il dio Helios protettore di Rodi. Fu distrutto anche lui dal terremoto del 226 a.C. e rimase adagiato per terra per 800 e più anni finché i nuovi padroni dell’isola, gli arabi, lo vendettero ad un ebreo che per trasportarlo dovette usare più di 900 cammelli, se ne persero completamente le tracce. Ora al suo posto vi sono due colonne sulle quali poggiano un daino ed una daina, chiamati erroneamente cervi, simboli di Rodi. Ovviamente, durante il periodo coloniale italiano, vennero sostituiti da delle onnipresenti lupe di romana memoria, che dopo il 1947 vennero abbattute ricollocando i daini al loro posto.

Sullo sfondo del porto la fortezza di San Nicola e i tre mulini a vento residui dei tredici originari che occupavano la banchina del porto. Costruiti nel XV secolo dai Cavalieri di Rodi, servivano per macinare le granaglie che arrivavano al porto.

La nea Agorà affascina per il suo aspetto mediorientale, con forme tondeggianti. Varcata la porta con la cupola, si entra una piazza alberata con al centro una fontana coperta, dove, tutto attorno, si accalcano negozi di artigianato dove spiccano molte gioiellerie. Bar con gli accalappia clienti sempre in agguato, in verità vetusti tanto quanto i bar, tanto da non invogliare sicuramente ad entrare con quei volti scavati probabilmente dai tanti anni passati al sole in mezzo al mare. Nonostante il degrado circostante, bella la fontana che fa immaginare fosse usata per pulire pesce o altre mercanzie in tempi diversi dall’attuale. Ma poi non così lontani, visto che questa costruzione è del 1925 durante il periodo di dominio italiano e progettata da un architetto mio connazionale.

Ci addentriamo nei fossati tra i bastioni della città vecchia tentando una via diversa di accesso. Se era inespugnabile un motivo ci sarà stato, non si trovano di certo porticine nascoste per entrare! Camminiamo tra una porta e l’altra cercando la possibilità di risalita al piano più alto. Troviamo una coppia di sposi con il fotografo e capiamo che dovremmo essere vicini ad una uscita, difficile immaginare che la sposa con tacchi e strascico possa affrontare tanta strada, anche perché le difficoltà del terzetto facevano venire alla mente il bel film “Quel mio grosso, grasso matrimonio greco” e ho detto tutto! Attraverso un piccolo tunnel sbuchiamo nella piazza dell’orologio e da qui percorriamo la via dei Cavalieri. Era la via degli alberghi, come si poteva interpretare allora questa parola, dove i cavalieri di Rodi alloggiavano divisi per lingua. Cavalieri di lingua francese, spagnola, inglese, italiana, tedesca, provenzale, d’Alvernia, a saperlo dove si trova, ma direi Rodano-Alpi. La Francia la faceva da padrona ed infatti l’albergo più evidente è il francese. Su tutti spiccano emblemi ancora oggi indicatori della medesima nazionalità. I gigli di Francia, i leoni d’Inghilterra, i simboli del papato e molti altri, un trattato di storia a cielo aperto. Viene da immaginare il caos cosmopolita che doveva esserci in questa città e non sicuramente sempre tranquilla viste le guerre che questi popoli si sono da sempre fatti tra loro, e sebbene i Cavalieri fossero tutti monaci, avevano sempre con le armi in pugno.

@ErmesT @CAAG1959 @TravellerG @LuigiZ @PattyBlack @Annaelisa

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@P_LAVARDA تحياتي لك من الاردن.ارجو لك النجاح والصحه.انه عمل جيد وموضوع مهم .الرومان واليونان حكموا العالم.وعندنا في الاردن لهم اثار جميله عظيمه.بنوا المدن والحصون الجميله والمدرجات.واهتموا بالفن والمسرح.شكرا لك

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@P_LAVARDA আমি একজন বাংলাদেশী। ইতিহাস ও ঐতিহ্য নিয়ে সুন্দর একটি পোষ্টের জন্য ধন্যবাদ

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@Mohdmohdaljaman grazie infinite! Spero un giorno di riuscire a visitare la Giordania, per me visitare le antiche città è un sogno da realizzare: Petra, il Mar Morto, Amman! Buona giornata a te! Paolo

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Un saluto dall’Italia verso il Bangladesh e grazie a te @RazzuilbakyRozzub . Paolo

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@P_LAVARDA the photos are amazing…did you capture them

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@SarathUpendran dear, sure! I use in all my posts or books only my photos and my words! A great embrass from Italy. Paolo

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Ohh… really detailed…
As usual, your photos are very impressive…:gift_heart::+1:
Thanks for sharing these…
:handshake::revolving_hearts:

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Der Beitrag gefällt mir sehr gut, interessant und informativ, alles sehr schön beschrieben.
Die Bilder sind alle beeindruckend und wunderschön @P_LAVARDA :+1::pray:

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Grazie infinite carissimo amico @TravellerG. Un abbraccio dall’Italia! Paolo

Grazie infinite @Annaelisa. Èstato veramente un bel viaggio e molto istruttivo sulle origini del nostro mondo europeo! Un abbraccio dall’Italia. Paolo

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Hola @P_LAVARDA. Impecable post e impresionantes las fotografías que lo ilustran.
Saludos desde Uruguay :uruguay::uruguay::uruguay:

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Ciao Carlos A. Alonso @CAAG1959, grazie infinite, un abbraccio dall’Italia! Paolo