Con @mariacristinafossa ho fatto tre viaggi in Romania e in uno di questi abbiamo visitato il
Castello di Peles a Sinaia sui Carpazi.
Costruito alla fine del 1800 per volere del Re di Romania Carlo I, è affiancato da altre costruzioni, il tutto costruito in particolare stile alpino tedesco ma, con l’eleganza italiana.
Il Castello è Museo nazionale ed è visitabile con visite guidate. Ci sono 160 sale e quello che colpisce è l’uso del legno alle pareti tutte lavorate e intagliate.
Vi lavorarono circa 400 uomini di 14 nazionalità diverse, divisi per competenze specifiche delle varie nazionalità, ad esempio gli italiani erano i muratori, i greci lavoravano la pietra, i tedeschi lavoravano il legno.
Importanti collezioni di armi e opere d’arte al suo interno.
Il Castello doveva incantare il visitatore per ricchezza e novità tecnologiche. Fu il primo castello ad avere una centrale elettrica ed essere alimentato autonomamente e illuminato con energia elettrica. Aveva un cinema interno con tanto di palco reale.
Le decorazioni di questo teatro sono di Klimt amico della regina Maria che era austriaca e sposò il successore di Carlo I, Ferdinando.
La storia moderna porta alla requisizione del castello da parte del regime di Ceausescu che non amava molto il castello. Dopo la caduta del regime e a seguito di una battaglia legale, il castello è ritornato di proprietà dell’ex Re Michele I, che acconsentì a far rimanere il castello Museo Nazionale con circa 500.000 visitatori l’anno.
Nel Castello sono stati girati alcuni film tra i quali: A Christmas Prince e A Christmas Prince: The Royal Wedding.
Dobbiamo anche dire che, all’uscita, guardando il menù di un ristorante, abbiamo visto che proponevano una pasta al pomodoro. Ovviamente da buoni italiani (memori di altre occasioni che ci avevano fatto desistere dal mangiare italiano fuori dall’Italia) commentavamo sull’impossibilità di trovare cibo italiano fatto in maniera soddisfacente all’estero, ma per nostra sfortuna siamo stati sentiti dal proprietario che evidentemente sapeva l’italiano, (mai parlare in italiano in Romania pensando di non essere capiti!) ci ha sfidati a provare. Abbiamo dovuto ricrederci, erano buoni, i migliori mangiati all’estero e meglio anche di qualche pasta mangiata in Italia. Ovviamente il trucco c’era: il cuoco aveva lavorato molti anni in Italia. :))