Il 27 gennaio è la ricorrenza del Giorno della Memoria, in cui vengono commemorate e ricordate tutte le vittime dell’Olocausto che furono rinchiuse e uccise nei campi di sterminio nazisti durante (ma anche prima) della seconda guerra mondiale.
Sei milioni di vittime erano ebrei e il loro genocidio è ricordato con il nome Shoah.
Fu un genocidio studiato scientificamente e messo in atto dalla Germania nazista, fino alla data del 27 gennaio 1945, giorno in cui i russi sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia con i loro carrarmati.
Da allora, Auschwitz è diventato il luogo simbolo della Shoah, della discriminazione e dell’odio razziale, un luogo di sofferenze atroci, solo perché la vittima era ebrea, o zingara oppure omosessuale.
Passeggiando per Roma può capitare di vedere dei sanpietrini particolari davanti all’ingresso di alcune palazzine, conosciute come “Pietre di inciampo” (Stolpersteine in tedesco)-
Sono pietre fatte a forma di cubo, proprio come un sanpietrino, con la superficie superiore per io calpestio, ricoperta da una lamina in ottone sulla quale è inciso il nome della persona deportata e che abitava in quel palazzo.
L’iniziativa delle “Pietre d’inciampo” è dell’artista tedesco Gunter Demnig che ebbe l’idea di creare una pietra da incastrare nel selciato urbano, in modo da far mantenere la memoria dei cittadini deportati. L’espressione di “pietra d’inciampo” scaturisce dalla Bibbia (Epistola ai Romani) in cui è scritto: “Ecco, io metto in Sion un sasso d’inciampo e una pietra di scandalo: ma chi crede in lui, non sarò deluso”
La prima pietra posata da Gunter fu nel 1992 a Colonia; dopo ne sono seguite altre, fino a raggiungere le 56.000, tutte incastonate come pietre preziose, nei selciati urbanistici di tante città europee, Roma ne conta più di duecento nei diversi rioni.
Queste sono state poste lungo Viale Giulio Cesare nel rione Prati a Roma tra il 2010 e 2016
Mentre fotografavo queste pietre di inciampo, è un uscito un signore dal portone che mi ha sorriso e detto “Brava, non bisogna mai scordare il bene più prezioso che abbiamo: la vita, ma soprattutto il rispetto di quella degli altri”
Il rispetto degli altri. Cosa c’è di più importante in questo mondo?