Camere d'aria 2020: giorno Zero. Sistemazione a Messina e preparativi per la partenza.

Il percorso

Salone del traghetto Salerno - Messina

Partiti ieri alle 4 del mattino da Vicenza, in auto ci siamo portati a Salerno per prendere il traghetto per Messina. Salerno e il suo porto mi hanno fatto porcheggiare non poco per trovare il punto di imbarco, immersi in indicazioni estremamente confusionarie e lavori in corso nei vari moli.

Per fortuna eravamo arrivati in anticipo e non ci sono stati problemi di orari. Solo cinque macchine in traghetto, poi tanti camion. Sicuramente, nonostante le tariffe abbastanza alte, i camion hanno tutta la convenienza a non fare la Salerno Reggio Calabria e poi la traversata dello stretto a Reggio. Risparmiano il camion, gasolio, possibili contrattempi, e si riposano nelle 10 ore di mare.Traversata tranquillissima tanto che siamo arrivati con più di un’ora di anticipo rispetto alla tabella di marcia.Oggi giornata dedicata al riposo e a piccole visite ai dintorni dell’hotel. Siamo veramente nello Stretto, il punto di minore distanza tra le due coste.

Capo Peloro o Torre Faro è il punto più vicino alla costa Calabra. Infatti anche il mio amico Valentino Follador, grande nuotatore, ha affrontato una delle sue imprese, la traversata a nuoto dello Stretto, da questo punto, non so se come arrivo o come partenza, e anche lui era alloggiato al bell’hotel Capo Peloro dove siamo alloggiati noi.

Impresa notevole se pensiamo che, a volte, le correnti raggiungono una velocità di 6 nodi con la luna piena o vuota e scontrandosi danno luogo a enormi vortici che sicuramente terrorizzavano i naviganti. I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l’altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pezzo. Questi due vortici famosi derivano dall’urto delle acque contro Punta Torre Cavallo e Cannitello. A ricordare i mostri, Scilla e Cariddi, restano due torri traliccio gemelle, costruite dall’Enel nel 1955 per collegare la Sicilia alla rete nazionale elettrica, una per sponda. Ora sono dismesse nella loro funzione, in quanto sono stati posati dei cavi sottomarini, ma restano nella loro possenza, soprattutto se si guardano da sotto, impressionanti. Raggiungono 233 metri di altezza, un po’ meno della Tour Eiffel, però noi ne abbiamo due! Oltre alla bella spiaggia, Capo Peloro ha un altro gioiello, che non immaginavo e anche qui, chissà cosa farebbero con un simile tesoro altre nazioni. Delle antiche torri faro, con all’interno un museo d’arte moderna: il Parco Horcynus Orca.Al largo, e sempre della fondazione Horcynus, la piattaforma marina Kobold, prototipo mondiale di produzione di energia elettrica dalle correnti marine. Gentilissima una persona del museo, ci ha accompagnato in un rapidissimo giro all’ora di chiusura, pur non avendo prenotato. http://www.horcynusorca.it/ qui troverete altre notizie su questo luogo, pensato come un organismo vivente, arte scienza , natura, storia si fondono per dare speranza in un futuro migliore.Antiche torri si sovrastano e si affiancano, come la fortezza del 1500 che sovrasta le fondamenta di una antichissima torre sulla cui sommità svettava una statua, immortalata nelle monete di epoca romana ritrovate. Il Colosso di Capo Peloro era un faro del I sec a. C., secondo come grandezza solo a quello di Alessandria d’Egitto. Interessante anche la mostra di arte contemporanea, ponte di unione tra arti e artisti del mediterraneo.Siamo rimasti affascinati, come sempre, dall’arte moderna, piena di simbologie e di ricerca dell’unità dei popoli.Tramonto sul Pantano piccolo, con all’orizzonte il temporale in arrivo. Assieme al pantano grande, formano una formazione idrogeologica costiera, di origine freatica. Ora, a causa del collegamento al mare con canali, presentano acque salmastre, con salinità diverse a seconda della stagione. Domani ci attende Milazzo.

Pronti per partire con le nostre Cannondale CAADX

Onore al merito della chef del Bistrot 177 dell’Hotel Capo Peloro, per le bracioline di spada!!!

Next Stage

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Ciao @plavarda ,

Grazie per aver condivio questo bellissimo itinerario con noi. Vedo che è un viaggio che hai fatto la primavera scorsa, il periodo ideale per godere al meglio tutte le bellezze paesaggistiche della mia amata Sicilia. Quanti giorni è durato questo bel giro dell’isola?

Volevo inoltre informarti del fatto che ho spostato il tuo commento al post in archivio, perchè conteneva un link esterno e come puoi leggere sulle condizioni d’utilizzo del programma, su Connect nessun tipo di promozione è ammessa. Grazie della pazienza e buone feste! :slightly_smiling_face:

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@Giu_DiB 13 tappe in bicicletta, per un totale di 18 giorni con il viaggio di andata e ritorno tra settembre e ottobre.

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Ciao @plavarda ,

Sono sicuro che sono stati 18 giorni molto belli ed intensi, giĂ  prima di partire hai avuto modo di vedere luoghi di insolita bellezza, ricchi di storia e di cultura. Mi hai ricordato le tante volte in cui tornando in Sicilia da studente universitario, restavo sul ponte del traghetto, rapito di fronte alla cittĂ  di Messina che si avvicinava.

Hai anche fatto scorpacciate di buon pesce locale, vedo! Qual è stata la tua pietanza preferita?

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@Giu_DiB non si può fare una classifica del cibo, come vedrai anche nelle tappe successive, non ho mai avuto delusioni. Poi i dolci…mmm che bontà!!!

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