Il secondo giorno partiamo da Kokkedal slot in bici e appena muoviamo i primi colpi di pedale, inizia a piovere. Era successo anche ieri nel viaggio a Copenaghen e capiamo che non dobbiamo temere, il tempo fa quasi sempre così, poi quasi sicuramente rasserenerà.
In programma due castelli, quello di Frederiksborg e quello di Kronborg. Seguo la mappa con la traccia Gps per lunghi vialoni con saliscendi, sempre sulla pista ciclabile, punteggiata, a decine qui e là, da bucce di banana. Evidentemente non viene considerato un rifiuto particolarmente degradante qui e chi circola in bicicletta, si alimenta e butta la buccia rigorosamente per terra, sull’asfalto e non in mezzo al campo.
La pioggia continua e procediamo a testa bassa e proprio per questo motivo non mi accorgo dell’errore di programmazione della traccia fatta a casa. Arriviamo infatti ad un castello, che non è quello di Frederiksborg ma, quello di Fredensborg. Controllo e vedo che dovevamo girare a sinistra, per strade secondarie verso Hillerod, un decina di km fa. Inutile recriminare sull’errore e rimandiamo la visita del castello di Frederiksborg al giorno dopo.
Così apprendiamo leggendo qui e là sotto la pioggia, che il castello di Fredensborg è la residenza primaverile e autunnale dell’attuale Regina di Danimarca, Margherita II. E’ chiuso e non accessibile, a parte il piazzale dal quale facciamo qualche foto.
Il castello fu costruito tra il 1720 e 1726 nelle sue parti principali in stile Barocco danese, il suo nome significa castello di pace , per un trattato di pace siglato nel 1720 sul cantiere in costruzione, fra Danimarca e Svezia.
Fortunatamente, smette di piovere e possiamo rimetterci in viaggio verso Helsingor e il castello di Kronborg. Viaggiamo per una strada secondaria, senza pista ciclabile, ma che attraversa campagne e colline, con boschi con il lago di Esrum sullo sfondo.
Sembra sì uno dei luoghi di Babbo Natale, campi di abeti coltivati, si intervallano a boschi e piccoli paesi colorati.
In uno di questi notiamo una chiesa sulla collina e ci fermiamo a fotografarla. E’ un cimitero, immerso nel verde: ci fermiamo a osservare le tombe e la cura con cui vengono sistemate e mantenute.
Giungiamo a Helsingor, paese di frontiera. Da qui partono i traghetti diretti a Helsingbor sulla costa svedese. La città è veramente carina con palazzi coloratissimi e molti vecchi, molto più popolare e vera rispetto a Copenaghen, ci è piaciuta veramente.
A contribuire notevolmente a questo giudizio, un ristorante italiano che ci ha fatto dimenticare i patimenti dei giorni trascorsi ad alimentarci come i locali. Ci ripromettiamo di ritornare anche la sera, come abbiamo fatto, vista tutto sommato la vicinanza a Kokkedal. Come annotazione, la sera, locale affollatissimo di danesi, e più turni per mangiare. Gli altri locali della città, quelli che non erano già direttamente chiusi, completamente vuoti. Scusate il sano patriottismo culinario!
Ci rechiamo verso il castello di Kronborg, il castello di Amleto, passando per il porto, dove oltre a qualche museo e qualche splendida imbarcazione in legno, quasi emulo della installazione artistica moderna Zincglobal vista a Copenaghen, anche qui un grande pesce costruito con scarti di plastica a simboleggiare il disastro e la rovina causata del rifiuto plastica gettato in mare.
Giungiamo così al castello, veramente austero di Kronburg, in riva al Baltico, in fronte alla Svezia che dista 4 km, costruito per scopi di difesa e per riscossione dei pedaggi per i transiti delle navi.
Purtroppo è tardi e da lì a poco avrebbe chiuso e noi dobbiamo anche fare la strada di ritorno. Decidiamo pertanto per una visita solo all’esterno di questo castello costruito nel 1420, e rinforzato con una possente cinta muraria dopo una conquista da parte degli svedesi. Castello sempre in mano ai militari fino al 1922, praticamente è sempre stato una fortezza e una caserma.
In questo castello, conosciuto anche come Elsinore, William Shakespeare, fa volteggiare il fantasma di re Amleto, padre dell’Amleto che pronuncia la celebre frase: Essere o non essere… e a seguito delle ferite causate in duello, prodotte con una spada avvelenata, morirà, non prima di aver vista compiuta la propria vendetta e facendo in modo che nessun danese abbia il controllo del paese cedendo la corona al re di Svezia.
Clicca qui sotto per ascoltare la storia di Amleto
https://drive.google.com/file/d/1WC2A_oMSsO82oKYbePoEpF5J7m0m9aTP/view?usp=sharing
Procediamo speditamente verso Kokkedal con il sole che aspetta a coricarsi fino a che non usciamo dalla foresta di Kokkedal.